Attualità

Educatori in piazza, senza linee guida è un rebus

La Cgil in piazza ha denunciato la mancanza delle direttive per organizzare l'attività ed ha avanzato richieste per garantire la ripresa a settembre

Nel pomeriggio si è svolto un presidio a Firenze in piazza Duomo davanti alla sede della Giunta della Regione Toscana per garantire la ripresa a settembre dei servizi scolastici da zero a sei anni. 

A luglio i centri estivi sono stati il banco di prova per il riavvio delle attività in presenza dopo la sospensione dei servizi, con piccoli gruppi ed attività principalmente all’aperto ma ha reso evidente da un lato cosa sia necessario per la riapertura dei servizi a settembre e dall’altro ha fatto riemergere vecchie criticità del settore.

La Cgil ha spiegato "In molti comuni a partire dalla Città metropolitana di Firenze, i servizi educativi 0-3, lo scorso anno, erano garantiti mediamente al 40 per cento delle bambine e dei bambini, con percentuali più alte dove maggiore è la gestione diretta dei servizi da parte dei Comuni. Per garantire lo stesso livello di posti disponibili, la stessa qualità del servizio e un corretto rapporto numerico educatore/bambini nelle varie fasce orarie della giornata, così da consentire un’organizzazione in piena sicurezza, occorrono investimenti e nuove assunzioni".

Cosa occorre? "Serve aggiornare i Protocolli di sicurezza in relazione alle attività educative che verranno svolte, ed agli spazi che devono essere adeguati: troppo grande è il tributo già pagato dal personale in termini di contagio della malattia perché il tema della sicurezza non sia centrale, e infine occorre una formazione mirata a tutto il personale per gestire l’inevitabile cambiamento e per renderlo pronto ad affrontare la nuova normalità. L’esperienza dei centri estivi educativi ha riportato anche l’attenzione sulla necessità di armonizzare il calendario educativo della prima infanzia con i calendari scolastici previsti per tutti i percorsi formativi della scuola statale, così da avere un elemento di avanzamento qualitativo dell'offerta formativa aggiuntiva omogenea e attenta ai bisogni di formazione dei bambini e delle bambine. Infine riteniamo che gli investimenti sul personale debbano superare le disparità in essere nel settore tra lavoratrici e lavoratori pubblici e privati in termini di differenza salariale e di diritti, affinché non si alimentino forme di dumping contrattuale nell’attuale equilibrio tra strutture pubbliche piuttosto che in appalto o concessione".