Il lavoro nero era servito in due ristoranti della città metropolitana di Firenze, uno nel capoluogo e uno nell'Empolese, e in una pizzeria della piana di Lucca. I locali sono stati tutti temporaneamente chiusi con maxisanzione a corredo. Potranno riaprire solo una volta sanate le violazioni.
A individuare i dipendenti irregolari sono stati gli ispettori del lavoro nel Fiorentino, e i carabinieri del nucleo specializzato in tutela del lavoro in Lucchesia. Nel caso fiorentino, erano al lavoro 6 persone per metà irregolari: l'attività è stata sospesa e i lavoratori in nero allontanati. Il giorno prima l'ispezione nell'Empolese aveva portato allo stesso provvedimento in un altro ristorante, dove era stato individuato un lavoratore in nero su tre.
Per poter riaprire, i due pubblici esercizi dovranno regolarizzare il personale sia sotto il profilo contrattuale che per quanto attiene la sicurezza. Gli ispettori hanno contestato infatti anche mancata formazione e assenza di sorveglianza sanitaria per 4 lavoratori in nero, pertanto verrà impartita la conseguente prescrizione di natura penale, cui si sommano le sanzioni amministrative per la sospensione dell'attività imprenditoriale pari a 5.000 euro nonché la maxi-sanzione per quattro lavoratori in nero pari a 15.600 euro.
I controlli nella pizzeria in piana lucchese hanno invece portato, oltre che alla sospensione dell'attività, anche a tre denunce. Lì i carabinieri hanno contestato anche, oltre al lavoro nero per un dipendente, attestati di formazione falsi e gravi violazioni in materia di sicurezza.
Non solo: dopo l'ispezione il titolare e un suo stretto collaboratore avrebbero tentato di sottrarsi alle loro responsabilità esibendo i falsi attestati formativi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Il tutto con la compiacenza di un ente formatore operante fra le province di Lucca e di Pisa. I due sono indagati a vario titolo per produzione all'uso di atto falso, mancata formazione dei lavoratori, tentata truffa aggravata ai danni dello Stato. Al termine degli accertamenti sono state elevate sanzioni amministrative per circa 6.400 euro ed ammende per circa 2.000 euro.