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Emergenza fanghi, la Toscana concede una proroga

Il governatore Enrico Rossi ha annunciato un'ordinanza che autorizza per sei mesi gli impianti fuori dal Servizio Idrico Integrato a smaltire i reflui

La Toscana risponde alla protesta degli autospurghisti dell'area metropolitana fiorentina che ieri hanno marciato a passo d'uomo a Firenze paralizzando i centro nevralgici della circolazione cittadina. La Regione ha infatti annunciato la firma a stretto giro di un'ordinanza del presidente Enrico Rossi che permetterà agli impianti di depurazione che non ricadono nell'ambito dei soggetti affidatari del Servizio Idrico Integrato (SII), come Gida, Aquapur multiservizi Spa, il Consorzio Cuoio Depur, o il Consorzio Torrente Pescia, di trattare i reflui misti con percentuali rilevanti di reflui urbani. 

In sostanza il provvedimento reitera quanto era stato stabilito ad agosto con un'altra ordinanza. In quel caso fu firmata dopo il divieto di usare i fanghi in agricoltura e dopo la sentenza del Tar che aveva impedito il loro trasporto in Lombardia, come avvenuto fino ad allora. 

Nel nuovo testo, spiega una nota della Regione, sono inseriti anche gli impianti ammessi dei soggetti extra SII ed è incluso anche un vademecum a supporto degli operatori del settore per la gestione dei fanghi di depurazione. 

Il presidente Enrico Rossi ha definito l'ordinanza un provvedimento attraverso cui la Regione "si fa carico ancora una volta di mettere una pezza allo sconcertante vuoto normativo al quale questo Governo non sta dando risposta, nonostante da mesi sia pronto sul tavolo del ministro un decreto di riforma della normativa di settore corredato da tutti i pareri del caso". Per l'assessore all'ambiente Federica Fratoni "questa ordinanza nasce da un lavoro di confronto con tutti i soggetti interessati che stiamo portando avanti da settimane e che proseguirà nel prossimo futuro".