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Il futuro dell'euro? A Firenze c'è chi rivuole il Fiorino

Cambio a pari valore con l'euro, e l'antica valuta farebbe da moneta complementare spendibile nel capoluogo toscano ed emessa da un apposito ufficio

"Quanti siete? Cosa portate? Sì ma quanti siete? Un fiorino!" La formula esilarante in una delle gag più popolari del film Non ci resta che piangere potrebbe invece tornare realtà e udirsi nel Terzo Millennio di Firenze. Sì perché nel capoluogo toscano c'è un progetto definito "di sovranità monetaria" per riportare in auge il Fiorino come moneta corrente, complementare certo, ma sonante anziché no.

A portare avanti l'iniziativa è un consigliere comunale. Si chiama Andrea Asciuti, siede tra i banchi del gruppo misto e sta portando avanti la sua battaglia per riavere il Fiorino con lo scrittore Cosimo Massaro. Ha anche prodotto una mozione in cui impegna il Comune di Firenze ad aprire un ufficio per gestire la coniatura delle monete metalliche o la stampa delle 'note comunali complementari' denominate Fiorino, gestendone la convertibilità con un apposito banco di cambio.

Sì ma in concreto? Un Fiorino varrebbe un euro, con convertibilità al 100% e scambio pari. Del resto il Fiorino, rammenta il consigliere comunale, "fu il mezzo che permise ai fiorentini di dominare il mondo negli scambi commerciali e, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento. Permise ai Medici di affermarsi nel quadro europeo".

I Fiorini si spenderebbero a Firenze, alimentando secondo il progetto l'economia territoriale "per riportare Firenze alla sua naturale grandezza storico-culturale che merita, sfruttando soprattutto la velocità di circolazione monetaria", afferma Massaro.