Cronaca

Fiumi di denaro a nero, parte il maxi processo

Tra gli imputati, 299 quasi tutti orientali, c'è anche Bank of China. L'inchiesta su 4 miliardi sfuggiti al fisco con trasferimenti money transfer

Sono circa 4 miliardi di euro quelli "sfuggiti" al fisco e alla normativa dell'antiriciclaggio grazie ai trasferimenti effettuati in Cina attraverso i "money transfer". Tra i casi più eclatanti accertati dalla guardia di finanza, quello di sei imprenditori cinesi che pur non avendo mai presentato una dichiarazione dei redditi avrebbero trasferito all'estero oltre 6 milioni di euro. 

Durante le indagini la guardia di finanza ha perquisito una ventina di money transfer in Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto e Campania.

La banca cinese, Bank of China, è chiamata per rispondere sulla responsabilità amministrativa. Secondo l'accusa non avrebbe segnalato le operazioni sospette. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall'associazione a delinquere al riciclaggio, dal trasferimento illecito all'estero di denaro all'evasione fiscale. Una ventina di imputati hanno anche l'aggravante di mafia. 

Il denaro trasferito in oriente, secondo l'accusa, era frutto della vendita a nero di prodotti tessili, di borse e oggetti in pelle, e dei guadagni derivanti dalla gestione di pasticcerie e ristoranti. 

Sequestrati vari beni tra i quali 52 imprese gestite da cinesi, 22 appartamenti, 4 negozi e un centinaio di autovetture oltre a numerosi conti correnti.

L'avvocatura dello Stato, tramite il legale Piercarlo Pirollo, ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile per il ministero dell'economia e delle finanze, per l'agenzia delle entrate e per l'agenzia delle Dogane.