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Forteto, le verità di Monaci e Di Pietro

Occhi puntati sui comizi tenuti dall'ex leader Idv nella sede della comunità e sui lavori della commissione d'inchiesta nella scorsa legislatura

La commissione istituita in Consiglio regionale e presieduta dal consigliere Pd, Paolo Bambagioni, ha lo scopo di indagare i legami tra la politica e la cooperativa del Forteto. Per questo i commissari hanno invitato in audizione l'ex segretario dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che nel 1997 fu candidato dall'Ulivo in Mugello contro Giuliano Ferrara. In campagna elettorale Di Pietro si recò anche al Forteto per alcuni comizi. "Fui seguito passo passo dal comitato elettorale, non conoscendo io direttamente quella realtà - si è giustificato Di Pietro -. Non ero mai stato prima nel Mugello, c’era una struttura politica che faceva capo direttamente all’allora Pds, mi tenevano l’agenda e mi portavano in giro, come accade in campagna elettorale. Io, del resto, in quegli anni non avevo un partito".

Dopo l'ex pm, la commissione ha ascoltato il presidente del Consiglio regionale in carica fino alle ultime elezioni, Alberto Monaci. A lui i commissari hanno chiesto se la Commissione istituita in Regione tra il 2012 e il 2013 aveva potuto lavorare in serenità o meno. "Per il ruolo che occupavo - ha risposto Monaci -, ho sempre detto ‘andate cauti’, perché era chiaro che si andava a mettere le mani dove non si dovevano mettere.

“Pressioni non ne ho mai avute - ha detto Monaci -, ma in Consiglio c’era una maggioranza negativamente orientata, all’interno dei gruppi consiliari c’era un filone, il clima diffuso era chiudere, coprire, non vedere. Tutti e nessuno mi facevano presente che la commissione tendeva a uscire dalle proprie competenze. Il Forteto era un santuario”.