Lavoro

Furlan a Renzi: "Serve un patto per il lavoro"

Il segretario nazionale della Cisl ha invitato il governo a confrontarsi di più sul tema dell'occupazione. Intanto aumentano gli iscritti in Toscana

Secondo i dati resi noti in occasione dell'Assemblea legislativa che si è tenuta a Firenze, nel 2014 la Cisl in Toscana ha avuto 240.546 iscritti, dei quali 134.973 attivi e 105.573 pensionati, con una crescita di 3596 attivi (+2,73%) e una diminuzione di 921 pensionati. Guardando più indietro, da inizio secolo si nota un forte incremento degli attivi e una tenuta dei pensionati: nel 2001 attivi e pensionati si equivalevano (106.018 attivi e 105.066 pensionati); da allora gli iscritti sono cresciuti complessivamente del 14%, ma addirittura del 27% tra gli attivi.

Numeri che testimoniano lo stato di salute di un sindacato pronto a confrontarsi con il governo per far ripartire il Paese, come ha sottolineato la segretaria Annamaria Furlan

"Non c'è dubbio che questo Paese abbia iniziato una serie di riforme - ha detto Furlan -. Credo che pero', oltre alle riforme, dobbiamo mettere al centro il lavoro".

"Finalmente - ha proseguito Furlan - dopo tanti trimestri sempre con il segno meno, iniziamo ad avere dei segni più; sta crescendo un po' l'occupazione, soprattutto la stabilizzazione di molti precari, e' ripartita la produzione industriale, cresce il Pil, ma e' ancora troppo poco. Dobbiamo investire di più sulla crescita e di conseguenza sul lavoro, a partire dal Sud. Vi sono alcune cose che mancano nella legge di stabilita' e che vanno recuperate, se penso al Sud, perché questo Paese o riparte tutto o non riparte, penso al credito di imposta, e cioè alla fiscalità di vantaggio. Dobbiamo stimolare le nostre imprese anche attraverso la fiscalità di vantaggio a innovare, dobbiamo far ripartire la ricerca nel nostro Paese. La grande, grande riforma deve essere questa: mettere al centro l'occupazione, il lavoro e, di conseguenza, le politiche di crescita".

Dobbiamo rifondare la contrattazione – ha sottolineato invece il segretario regionale della Cisl Riccardo Cerza - spostando il baricentro dal contratto nazionale, che deve restare come punto di riferimento minimo, alla contrattazione di secondo livello, nelle aziende e, per le realtà più piccole, nel territorio. Le differenze in questi anni sono cresciute, con i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, la classe media che si assottiglia e i lavoratori che scivolano verso la povertà. Per tornare a distribuire ricchezza a chi lavora e richiudere questa frattura occorre superare la contrapposizione novecentesca tra operai e padroni, che prevede sempre un vinto e un vincitore. Dobbiamo scommettere in un sistema in cui tutti vincono, perché insieme puntano a creare ricchezza, non avendo paura quando è il caso di scambiare flessibilità con salario”.