Monitor Consiglio

Pronto Soccorso e Guardia medica, le nostre soluzioni restano inascoltate

Con la fine dell’anno, i Pronto Soccorso toscani sono tornati a riempirsi riproponendo le criticità ormai note, così come non sono mancati i problemi con la guardia medica, oggi ridotta all’osso nei numeri

Giovanni Galli e Andrea Ulmi

“Purtroppo le nostre proposte, presentate nelle sedi istituzionali, restano inascoltate, pur offrendo soluzioni ragionevoli”. Così i consiglieri regionali della Lega Andrea Ulmi e Giovanni Galli, rispettivamente vicepresidente e componente della Commissione Sanità, sulle criticità che si sono verificate e si stanno verificando durante le feste. 

“L’emergenza che si è verificata – sostengono i due consiglieri- non è altro che la conseguenza di quella mancata programmazione e del taglio di posti letto ed operatori, che da tempo andiamo denunciando e su cui la maggioranza interviene solo a parole e sempre e comunque con misure tampone che non risolvono le criticità”. La Lega in Consiglio Regionale porta avanti un concetto diverso di medicina. “La nostra priorità – sostengono Galli e Ulmi - è la medicina basata sul valore, che punta sulla prevenzione e che, liberando pressione sulle strutture sanitarie, rispetto alla medicina basata sul servizio, aiuterebbe nel tempo a gestire al meglio anche le situazioni di emergenza ”. 

La Lega propone da tempo, inoltre, alcune soluzioni sulla guardia medica. La mancanza di medici titolari della continuità assistenziale deriva dalla riforma che, da qualche tempo, riduce il turno, che in precedenza copriva la fascia oraria notturna che va dalle 20 alle 8, a quattro ore che vanno dalle 20 alle 24. Questo comporta che molti titolari di guardia medica abbiano lasciato preferendo altri settori, con il risultato che sia stato distrutto un servizio che funzionava e che i cosiddetti ‘titolari’ siano ormai ridotti drasticamente nei numeri. 

Tutte queste situazioni finiscono per esacerbare il ‘burn out’ dei sanitari. Riteniamo fondamentale abolire il tetto di spesa per poter assumere, altrimenti il personale è costretto al lavoro straordinario, la cosiddetta ‘aggiuntiva’, che talvolta comporta un carico spropositato di ore che riduce efficienza ed efficacia degli operatori, alimentando un clima elettrico ed insofferente da parte di medici e pazienti”.