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Grande cisti cerebrale rimossa, in Toscana un intervento mai fatto prima

La patologia causava fortissime cefalee e rischi al giovane paziente operato dall'equipe del centro di eccellenza di neurochirurgia del Meyer

Foto di archivio

Un'altra operazione chirurgica unica svolta in Toscana. All’Irccs Meyer di Firenze l’equipe neurochirurgica, guidata dal dottor Lorenzo Genitori, ha condotto con successo un intervento di rimozione per via endoscopica di una cisti colloide su un ragazzo di 18 anni, affetto da una patologia cistica profonda del cervello, utilizzando un percorso endoscopico innovativo messo a punto dagli stessi specialisti del Meyer.

La patologia. A causa della cisti colloide – situata in una zona profonda del cervello, la parte più alta del terzo ventricolo, e della notevole dimensione di 24 mm – il ragazzo soffriva di fortissime cefalee per cui era stato inviato al Centro di eccellenza di Neurochirurgia del Meyer per una valutazione specialistica. Qui i medici hanno diagnosticato la presenza di una cisti con un’anatomia e una collocazione molto particolare, non raggiungibile attraverso il percorso endoscopico standard e di difficile visualizzazione. Se non trattata chirurgicamente, a causa delle dimensioni e della localizzazione, la cisti avrebbe rischiato di ostruire la naturale circolazione del liquido cerebrospinale attraverso le diverse camere del cervello, facendo pericolosamente aumentare la pressione endocranica e mettendo in pericolo di vita il paziente.

Così il team del dottor Genitori ha messo a punto, per questo caso, una tecnica innovativa: un percorso endoscopico nuovo, che, con l’ausilio del neuronavigatore, del mapping preoperatorio e di una particolare tecnica di Risonanza Magnetica (la cosiddetta trattografia in RM), partendo da un buco di appena 5 mm nell’area dell’osso frontale ha raggiunto la cisti con un’altra angolazione molto più diretta. Grazie a questa tecnica, spiegano ancora dal Meyer, la precisione è assoluta e non si corre il rischio di ledere nessun’altra struttura cerebrale. Inoltre, rispetto all’intervento chirurgico tradizionale, un approccio endoscopico di questo tipo riduce ampiamente il rischio di recidive.

“Il ragazzo è già a casa - dice il dottor Genitori - è stato dimesso in terza giornata dopo l’intervento e sta bene" .