Attualità

I morsi della crisi non risparmiano la moda

Costo del lavoro e concorrenza straniera gravano sulle imprese toscane del comparto. Cna propone alla Regione crediti d'imposta e voucher formativi

La crisi non è alle spalle. Esiste e persiste anche in Toscana che, comunque, mantiene un tessuto imprenditoriale solido fatto di piccole imprese che resistono. A vedere una crescita all'orizzonte, però, sono solo il 24 per cento mentre per un terzo delle imprese la prospettiva è quella di una sostanziale stabilità del proprio giro d'affari. 

Il polso della situazione è stato registrato dall'indagine 'Moda artigiana toscana e contoterzismo tra comunità e trasformazione" condotta da Cna Toscana su 127 imprese del comparto moda in tutta la regione, con particolare attenzione alle zone di Firenze, Prato e Pistoia dove si ha la maggiore concentrazione di aziende. La ricerca è stata presentata nella sede fiorentina di Cna alla presenza, tra gli altri, del presidente di Cna Toscana Valter Tamburini, del presidente di Cna Federmoda Toscana Marco Landi e dell'assessore regionale alle attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo. 

I questionari sono stati distribuiti tra le imprese di pelletteria, di abbigliamento, maglieria inclusa e del tessile. Se da un lato cresce il settore della pelle, sono proprio tessile, maglieria e calzature ad essere contrassegnate dal declino, sotto il peso della concorrenza straniera, il 49,2 % del totale. 

A gravare sulle imprese terziste sono poi i costi del lavoro eccessivi, la mono-committenza e la dipendenza eccessiva dallo stesso committente, tariffe giudicate non sufficientemente remunerative, ma anche scarsa formazione, poco passaggio generazionale, la mancanza di una cultura tecnica e di un'offerta formativa orientata al 'saper fare' e il tasso di sostituzione tra imprese italiane e straniere. 

Le soluzioni che Cna avanza a fronte dell'indagine sono orientate sia alle stesse imprese che alla Regione Toscana. Alle prime presenta progetti specifici come 'Manifattura 4.0' per l'innovazione dei prodotti, digitale e organizzativa, le 'fiere B2B', il 'marketplace B2B' e 'Artigiano contemporaneo'. Alla Regione, invece, la confederazione propone di investire nel sistema di istruzione tecnica superiore e della formazione, di rendere gli strumenti per la formazione più semplici come nel caso dei voucher individuali per gli imprenditori e i dipendenti e di prevedere crediti di imposta sulle imposte regionali per le aziende che subiscono un'incidenza troppo forte dei costi legati alla maternità oltre che per quelle che investono in innovazione di prodotto.