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Il covid-19 corre col freddo e detesta il caldo

Lo dimostra uno studio dell'Università statale di Milano: il contagio si diffonde molto più rapidamente se la temperatura è bassa e il clima asciutto

il coronavirus

Il contagio di covid-19 rallenta nei climi caldi e umidi mentre accellera in quelli freddi e asciutti, con temperature intorno ai cinque gradi centigradi. Lo dimostra uno studio condotto dall'Università statale di Milano sul data base della John Hopkins University, in cui sono riversati i casi giornalieri di Covid-19 registrati nel mondo.

Calcolando il tasso di crescita del contagio in cento nazioni diverse nei primi giorni dell'epidemia, quindi prima che entrino in gioco interventi di contenimento varati dai governi, e associando questo dato alla temperatura e all'umidità media di quei Paesi, emerge che il covid-19 si diffonde molto più rapidamente nei climi freddi e con umidità medio-bassa mentre nei climi molto caldi e umidi rallenta vistosamente. Un risultato che potrebbe essere confortante per l'Italia e altri Paesi europei in vista dell'arrivo dell'estate ma risulta estremamente allarmante per altre regioni del mondo a clima tropicale. E comunque nessun Paese del globo risulta immune dal contagio.

Un'altra caratteristica del Covid-19 è un numero elevatissimo di asintomatici, ovvero persone che sono state infettate ma non manifestano alcun sintomo. 

In un altro studio statistico condotto dall'Imperial College di Londra su come è cambiato il tasso di diffusione del virus prima e dopo le misure di contenimento, si stima che, asintomatici compresi, in Italia il covid potrebbe aver colpito il 9,8 per cento della popolazione complessiva, corrispondente a 5,9 milioni di positivi. Un numero che sembra impressionante (e che altri studiosi italiani contestano) che però abbasserebbe moltissimo il dato relativo alla letalità del virus in Italia, finora calcolato solo sulle persone risultate positive al tampone e molto più alto di quello della Cina e degli altri Paesi.