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Il ricorso contro l'Italicum

Presentato in tribunale per sollevare la questione di legittimità della legge elettorale. Iter anche per chiedere l'incostituzionalità del Toscanellum

La riforma della legge elettorale, voluta dal Primo ministro Matteo Renzi, sotto la lente d'ingrandimento della Corte Costituzionale. Infatti secondo i firmatari del ricorso la legge è incostituzionale. Non è stato il solo ricorso quello di Firenze ma ce ne sono stati depositati in altri 25 sedi di corte d'Appello in tutta Italia. 

A firmare l'istanza fiorentina è stato Francesco Baicchi del comitato Salviamo la Costituzione insieme al deputato del M5S Alfonso Bonafede, a Sandra Bonsanti, al consigliere regionale di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori, alla senatrice di Sel, Alessia Petraglia

"Questa legge - ha spiegato l'avvocato Paolo Solimeno - stravolge la democrazia italiana come già faceva il Porcellum". 

L'accusa è, per quanto riguarda il premio di maggioranza e le liste bloccate, di "aver riproposto un sistema che garantisce di mandare in Parlamento i nominati". I principi violati: "il diritto di voto libero - quello che assicura la libertà di scelta dei propri rappresentanti - ed eguale, perché lo stravolgimento è così radicale che rende alcuni voti di minor valore rispetto a quelli di chi ottiene un premio di maggioranza". 

Intanto, sta procedendo in parallelo l'iter per chiedere la dichiarazione di incostituzionalità del Toscanellum, la riforma elettorale approvata dal Consiglio regionale al quale viene imputato di aver anticipato i contenuti e i congegni dell'Italicum.

Questa azione legale, dicono i promotori, vuole evidenziare anche una presunta irregolarità dell'attuale maggioranza di governo. "Pensiamo che questo Parlamento sia illegittimo - dice Francesco Baicchi -, perché la sentenza della Corte che dichiarava incostituzionale il Porcellum, pur ammettendo l'impossibilita' di sciogliere le Camere, parlava di prorogatio che nel nostro ordinamento puo' valere al massimo per 60 giorni. In questo lasso di tempo si poteva modificare la legge elettorale o pensare di tornare alle urne col Consultellum. Dichiarare, invece, di voler restare fino al 2018 lo riteniamo un atto assolutamente incompatibile e illegittimo".