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Freno del Tar alla chiusura degli uffici postali

Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di due Comuni spiegando che le ragioni economiche non possono essere i soli criteri applicati

A presentare il ricorso contro il piano delle Poste che prevede la chiusura degli uffici nei piccoli centri erano stati il Comune di Monteroni d'Arbia e di San Romano in Garfagnana. 

In entrambi i casi le sentenze del tribunale amministrativo fanno riferimento alla necessità di considerare anche il "criterio di distribuzione degli uffici postali" nel momento in cui si decidono le chiusure. In altre parole, è necessario tenere presente la situazione geografica e il modo in cui la popolazione è distribuita sul territorio per non arrecare i disagi che sono alla base delle proteste di tanti enti locali in Toscana. 

La disciplina comunitaria e quella nazionale, spiegano i giudici amministrativi, "assegnano particolare rilievo alle esigenze degli utenti del servizio universale, evidenziando l'obbligo del gestore di 'garantire il rispetto delle esigenze essenziali', di 'offrire agli utenti, in condizioni analoghe, un trattamento identico'", ma anche di svolgere "un ruolo fondamentale nella funzione di coesione sociale ed economica sul territorio nazionale".

La conclusione del Tar è che è dunque "illegittimo, per difetto di motivazione, il provvedimento di chiusura permanente di un ufficio postale, che faccia generico riferimento ad un 'piano di efficientamento'".