Nel 2020, anno segnato dalla pandemia, l’ecomafia non conosce lockdown, né risparmia l’ambiente e La Toscana si conferma la sesta regione più colpita dai crimini ambientali in Italia dopo Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio, secondo il rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente presentato a Firenze.
Nello scorso anno risultano 2.000 gli ecoreati in Toscana, con 1786 persone denunciate, 2 arresti e 490 sequestri. Livorno risulta la città più colpita, seguono Firenze e Arezzo.
La flessione più significativa, si sottolinea nel report, è quella relativa al ciclo dei rifiuti: in riferimento al traffico illecito di rifiuti la regione migliora leggermente rispetto agli anni precedenti: nel 2020 sono stati 380 i reati accertati (4,6% su scala nazionale), 422 denunce e 121 sequestri. A livello provinciale le criticità maggiori si segnalano a Firenze, Arezzo e Siena.
A questo si dovrà aggiungere (ma sarà oggetto del prossimo rapporto) gli effetti dell'inchiesta Keu, che interessa il cuore del distretto conciario della Toscana.
Il 'mattone selvaggio' è servito, si legge, "per spalancare le porte alle ditte in odore di mafia", nel caso dell'inchiesta della Dda di Firenze, vicine a cosche della 'ndrangheta. La Toscana ha 782 infrazioni accertate, con un aumento di denunce e sequestri effettuati. La classifica regionale dell'illegalità contro la fauna nel 2020 sulla terraferma e a mare in Toscana vede 498 reati, 430 persone denunciate e 266 sequestri: Livorno (310 reati) è ottava nella classifica nazionale.
Tra le proposte di Legambiente il disegno di legge contro le agromafie e inasprire le sanzioni per il delitto di traffico organizzato di rifiuti.
Nel report è presente anche un focus sulle borse di plastica consumate: secondo i dati dell'osservatorio di Assobioplastiche 18.500 tonnellate di borse consumate in Toscana non sarebbero ancora a norma.