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In Toscana 42 boss ai domiciliari per il Covid

Si tratta di mafiosi e narcotrafficanti condannati o in attesa di processo mandati ai domiciliari per motivi di salute collegati al rischio Covid

In Italia sarebbero 376 i mafiosi o i narcotrafficanti che hanno lasciato il carcere e sono andati agli arresti domiciliari perchè affetti da patologie pregresse che li rendono maggiormente a rischio di contrarre l'infezione da Covid-19. 

Il dato fa parte di una lista riservata inviata dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria alla Commissione parlamentare antimafia e pubblicata sul quotidiano La Repubblica. L'elenco riporta anche il dato della Toscana, dove avrebbero lasciato il carcere per i domiciliari 33 condannati per mafia e traffico di droga e 9 detenuti in attesa di giudizio per gli stessi reati. Totale: 42.

Come si legge su Repubblica, la vicenda è iniziata a metà Marzo con una nota in cui il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria invitava i direttori delle case di pena a segnalare i detenuti più a rischio di ammalarsi di Covid per patologie pregresse. Nello stesso periodo alcuni giudici hanno cominciato a disporre gli arresti domiciliari per condannati per mafia e narcotraffico con problemi di salute e a rischio Covid, compresi alcuni boss richiusi nei reparti di Alta sicurezza e, in tre casi, addirittura in regime di 41 bis. 

Alcuni giorni fa, a seguito delle coro di proteste che si è levato dal Parlamento, il capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini si è dimesso e al suo posto il ministro della Giustizia Bonafede ha nominato il magistrato antimafia Dino Petralia. Il governo ha poi emanato un decreto per limitare le scarcerazioni per Covid, "nei limiti previsti dalla Costituzione" in difesa dell'autonomia dei giudici.