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In Toscana mancano 11mila infermieri e 400 medici del 118

La nostra regione sotto lo standard Ocse di8,9 infermieri ogni 1000 abitanti. Cgil:"Salvaguardare la sanità pubblica investendo sul personale"

Mancanza di personale sanitario in Toscana, una situazione che i sindacati indicano come esplosiva, tra blocco delle assunzione e sospensione dei sanitari non vaccinati che aggravano una situazione già molto precaria degli organici.

Mancano oggi solo in Toscana 400 medici dell’emergenza e del 118. Mancano anche gli specializzandi in Medicina d’urgenza: dei 1000 posti di specializzazione 500 sono andati deserti. Nelle Aziende Toscana, su 170 posti a concorso i candidati sono solo 50, tutti idonei. 

A denunciare la situazione è la Cgil, Bruno Pacini segretario generale Fp Cgil Toscana e Pasquale D’Onofrio Fp Cgil Medici e dirigenti SSN Toscana sottolinea che le "Condizioni usuranti di lavoro, pochi riconoscimenti di carriera stanno provocando la fuga dal settore. Ma mancano anche anestesisti, chirurghi, pediatri, cardiologi, medici di medicina generale".

In dettaglio, nelle strutture pubbliche (ASL e AOU) toscane ci sono in 21756 infermieri, di cui 8048 nell’Area Vasta Nord-ovest, 8559 nella Centro e 5149 nella Sud-est. Rispetto alla popolazione residente nelle tre Aree Vaste il rapporto tra numero di infermieri e cittadini è molto variabile. 

Si passa da 6,5 per 1000 abitanti nella Nord, 6,2 nella Sud e 5,3 nella Centro: mentre la media Ocse, lo ricordiamo, è 8,9 per 1000 abitanti e testimonia quindi una diversa ma profonda sofferenza in tutte le aree della Toscana, sarebbero quindi 11mila gli infermieri mancanti.

"Per programmare si parte da questo - spigano dalla Cgil -, dagli errori di programmazione formativa, da anni di mancate assunzioni legate al blocco del personale al 2004 meno 1,4 % che hanno devastato il nostro sistema pubblico. Poi è arrivato il Covid e tutto si è amplificato mettendo in evidenza queste carenze, velocizzando il trasferimento delle attività più lucrose al privato, innescando quindi un processo di privatizzazione molto pericoloso."

"Il Servizio Sanitario Pubblico va salvaguardato e lo si può fare solamente facendo investimenti sul personale, sulla formazione e salvaguardando le condizioni di lavoro. Chi non lo comprende mostra limiti di incompetenza o correità".