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Inquinamento, bocciati fiumi e laghi della Toscana

Solo il 28 per cento è in buone condizioni secondo l'Annuario Arpat. Migliora la qualità dell'aria con meno sforamenti di Pm10 ma resta l'incubo ozono

In Toscana si respira un'aria migliore che in passato ma in compenso preoccupano fiumi, laghi e falde. Lo spiegano bene i dati dell'Annuario di Arpat presentato a Firenze nella sede della presidenza regionale in Palazzo Strozzi Sacrati dal direttore generale di Arpat Marcello Mossa Verre e dall'assessora regionale all'ambiente Federica Fratoni. Il rapporto analizza i parametri di aria, acqua, suolo e agenti fisici registrati nel 2016. 

Il dato positivo è che migliora, anche se leggermente, la situazione delle Pm10, le polveri sottili nell'aria. Il valore limite  è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale. Il limite di 35 superamenti della media giornaliera di 50 μg/m3 non è stato rispettato solo in due stazioni di fondo, a Montale e Capannori. Resta il serio problema dell'ozono, con limiti sforati nel 50 per cento dei siti per la protezione della popolazione e nell'80 per cento in quelli per la protezione della vegetazione.

Ad andare male sono le acque, sia superficiali che sotterranee. Solo il 28 per cento dei fiumi e dei laghi è in buone condizioni mentre il 72 non centra l'obiettivo. Male anche le falde sotterranee. Lo stato Scarso riguarda il 24 per cento dei corpi idrici sotterranei e si concentra, spiega l'Arpat, "nelle depressioni quaternarie più antropizzate", cioè nella piana di Firenze, Prato e Pistoia, a Santa Croce, nel Valdarno superiore e nella Valdelsa, interessando anche le falde profonde della Val di Chiana e del Valdarno Inferiore. Lo stato 'Buono scarso localmente' riguarda il 44 per cento delle acque sotterranee, mentre lo stato 'Buono', infine, esente da contaminazioni antropica e generale buona qualità delle acque comprende il 22 per cento. 

A cavarsela bene sono le acque destinate alla balneazione sulla costa, promosse nel 91 per cento dei casi.Nei dati dell'annuario Arpat sono finiti anche punti sensibili come inceneritori e depuratori. Per questi ultimi in 49 impianti su 197 impianti di depurazione sono riscontrate varie tipologie di irregolarità.

"Questi dati raccontano – ha commentato l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni - una Toscana presidiata. Anche quest'anno restituiamo l'esito di un lavoro attento e impegnato che dimostra la grande trasparenza che usiamo nell'ambito delle politiche ambientali. Certamente la Toscana ha punti di criticità, è normale". D'altra parte, ha detto ancora Fratoni, "dobbiamo dire che è aumentata anche la sensibilità dei cittadini, nel corso del tempo credo ci siano state una maturazione e un'attenzione crescenti e questo è senza dubbio un segnale positivo che va a sostegno della collaborazione, elemento importante sui temi fondamentali come quelli ambientali".