"Investire, investire, investire". Lo ha detto e ripetuto più volte il governatore toscano Enrico Rossi al teatro della Pergola in occasione dell'iniziativa 'La Toscana e noi' organizzata dall'Unicoop.
L'invito di Rossi è rivolto allo Stato a cui il presidente chiede altri investimenti "riaprendo alle giovani generazioni le porte della pubblica amministrazione con un piano di assunzioni, anche mirate e qualificate, assolutamente necessario", ha detto.
"Credo che le risorse ci siano – ha poi aggiunto Rossi – nessuno deve essere penalizzato, ma ciascuno deve fare la sua parte". La sottotraccia è quella dell'andamento dell'economia che, per una fase di stagnazione strutturale richiede l'immissione di nuove risorse che permettano di imboccare nuove strade. In altre parole, gli investimenti "a due gambe, pubblici e privati", il sostegno alle aziende "più dinamiche e che vogliono essere competitive" e i giovani sono per Rossi quella possibile 'traversa'. Tutto questo a fronte della capacità dimostrata dalla Toscana di avere le carte per reggere ai colpi della crisi. L'export, infatti, ha retto bene, ma "non ci si può affidare solo all'export – ha spiegato Rossi – e una trentina di miliardi in più di investimenti pubblici vorrebbero dire almeno 600 mila posti di lavoro".
Al centro dell'incontro alla Pergola ci sono stati i numeri sull'economia toscana presentati dall'Irpet, le infrastrutture, l'invecchiamento della popolazione e l'emigrazione all'estero di toscani che poi non tornano indietro. Su tutto grava il peso della coesione sociale che talvolta appare a rischio. "Da soli - ha spiegato Rossi - gli investimenti non basterebbero se non si mantiene la capacità di mantenere vivo il dialogo sociale".
Altro capitolo affrontato è stato quello dei tagli alle Regioni che, in mancanza di correttivi alla vecchia finanziaria rischiano di ammontare a 2,7 milioni di euro. "E' qualcosa che mi preoccupa – confessa Rossi – sarei disposto a fare qualche sacrificio in più sulla spesa corrente, se necessario, ma se si bloccano gli investimenti è un problema, per i servizi e la competitività del sistema". Al netto dei fondi europei e della la sanità, la Regione Toscana aveva nel 2010 un capacità di spesa effettiva pari a 2 miliardi e 300 milioni. "Già oggi - spiega il presidente - si sono ridotti a 1 miliardo e 500 mila euro".
Sul fronte del lavoro, il governatore ha poi citato il progetto Giovanisì "che tra tirocini, aiuti sull'affitto per andare a vivere fuori dalla famiglie, stage, servizio civile ed altre misure ha coinvolto dal 2011 trentamila ragazzi e ragazze ogni anno". "Certo – ha detto– non può essere la soluzione definitiva". Sugli effetti del Job's act Rossi ha poi spiegato: "Diminuiti gli incentivi, si sono ridotti anche i risultati. Va bene il Job's act ma solo se facciamo dell'apprendistato di due anni e dei successivi tre l'accesso primario al mondo del lavoro. Invece rimangono quarantatré forme di precariato spesso abusate".