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Un esercito di badanti in Toscana

Sono 74mila 554 i collaboratori familiari regolarmente iscritti all'Inps in Toscana, il 55,4 per cento badanti e il 44,6 per cento colf

Sono 74.554 i collaboratori familiari iscritti all'Inps in Toscana, molti di più badanti che colf e in stragrande maggioranza donne (89,1 per cento) e al 77 per cento stranieri con la componente più significativa proveniente dall'Est Europa. Questa la fotografia, emersa oggi a palazzo del Pegaso a Firenze, durante la presentazione della ricerca "Il valore del lavoro domestico: il dettaglio regionale".

 ''Sempre più si sta confermando la necessità di questa tipologia di lavoro. Il lavoratore domestico - ha detto il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani - esige dignità, rispetto e garanzia delle leggi e occorre anche la tutela di chi, invece, diventa datore di lavoro''.

Massimo De Luca, direttore dell'osservatorio nazionale Domina sul lavoro domestico ha precisato che ''a livello locale, il maggior numero di badanti e colf si concentra nella provincia di Firenze con circa 12mila 677 badanti (il 31 per cento di quelle presenti in tutta la regione) e 11mila 954 colf''.

''Per la forte presenza di badanti - ha aggiunto De Luca - si caratterizza anche Siena (15,2 badanti per ogni 100 anziani), dove del resto la presenza di una popolazione con almeno 80 anni è molto elevata (9 per cento). In termini di presenza numerica seguono Lucca, Pisa, Arezzo, Livorno''. 

Complessivamente, nel 2017 le famiglie in Toscana hanno speso 634milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, Tfr), mentre il valore aggiunto dall'intero comparto supera il miliardo di euro. I lavoratori che si occupano del settore domestico in Toscana, sono prevalentemente di genere femminile, hanno un'età media di 48,6 anni e nel 57 per cento dei casi hanno un contratto di durata inferiore all'anno. 

Riguardo le caratteristiche del datore di lavoro domestico in Toscana, la ricerca evidenzia che si tratta per lo più di uomini dall'età media di 70 anni. Un dato interessante che fa capire il fabbisogno della nostra regione riguarda le previsioni di potenziali beneficiari nel 2050. ''Su una popolazione con almeno 80 anni - ha concluso De Luca - da qui a 30 anni ci sarà un incremento di 198mila unità. Si prevede anche una decrescita delle nascite: ci saranno meno bambini e di conseguenza minor richiesta di babysitter''.