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"La Leopolda? Mi sono sentito a casa"

Enrico Rossi ha condiviso lo spirito della kermesse e buona parte del discorso di Renzi, ma ha bocciato il partito della Nazione: "Serve più sinistra"

Aver partecipato per la prima volta alla Leopolda non è bastato al presidente della Regione, Enrico Rossi, per trasformarsi in un renziano doc, ritirando di conseguenza la sua candidatura alla segreteria nazionale del partito. 

"Non sono renziano ma mi sono sentito a casa - ha specificato Rossi -. la Leopolda 6 mi è parsa un'iniziativa interessante".  

Così come interessante per Rossi è stato il discorso del premier.  "I punti più significativi - ha detto - sono stati quando Renzi ha parlato del merito, che è una grande questione, quando ha parlato dell'invidia come un male che corrode il Paese. E' stato bello l'appello ai giovani a scendere in politica". 

Qualche ombra c'è stata però "E' stato invece meno convincente sulle tasse - secondo il governatore -, perché penso che il carattere progressivo debba essere mantenuto. Avrei gradito un accenno più forte all'area del disagio e della sofferenza". Che sarà invece il tasto su cui batterà di più Rossi in un eventuale campagna per la segreteria.

Campagna che sarà ancor più necessaria, secondo Rossi, più il Pd si sposterà verso l'idea del partito della nazione. "Non sono favorevole al partito della nazione - ha precisato il presidente -. Poi ci si gioca sui termini. Non sono favorevole all'idea che si sia superata la destra e la sinistra. 

"Il Pd - ha proseguito - deve essere un partito forte, di centrosinistra, ancorato ai suoi valori. Attenzione ad annacquarci troppo perchè più ti sposti verso destra, più perdi il tuo elettorato vero, di riferimento, quello che ha scommesso su di te, quello che ha scommesso anche su Renzi perché diventasse segretario e poi adesso vede in Renzi una speranza perché pure di sinistra questo governo di cose ne ha fatte".