Politica

"La priorità della Toscana? Le infrastrutture"

Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha presentato un bilancio di tre anni di attività alla guida dell'assemblea del Palazzo del Pegaso

Eugenio Giani

"La priorità della Toscana è la valorizzazione delle infrastrutture perchè la Toscana deve essere più moderna": lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani sul palco all'auditorium del Duomo, tutto esaurito in occasione dell'evento organizzato per fare un bilancio dei tre anni alla guida dell'assemblea di Palazzo Panciatichi. Un trampolino di lancio per il futuro politico, visto che Giani non nasconde le sue ambizioni: nel 2020 il governatore della Toscana Enrico Rossi concluderà il suo secondo mandato, la corsa per la candidatura a presidente nel centrosinistra è già aperta da tempo e Giani, da tempo, ha fatto sapere di essere molto interessato a partecipare. Ma il prossimo anno ci saranno anche le amministrative a Firenze e chi conosce Giani sa che il suo sogno, da sempre, è diventare sindaco della sua amatissima città: nel 2013 fece un passo indietro a favore del renzianissimo Dario Nardella solo per disciplina di partito ma da allora sono cambiate molte cose e nel 2019 chissà come potrebbe andare.

"Per essere credibili di fronte ai cittadini bisogna dimostrare di saper fare e non solo di saper parlare - ha dichiarato Giani - Devo dire che in questi tre anni, se vogliamo trovare una parola che può sintetizzare questo impegno e questo lavoro, è proprio identità, intesa come identità e valorizzazione dei singoli Comuni, dei singoli borghi".

Per quanto riguarda la crisi del Partito democratico, confermata dalla batosta rimediata ai ballottaggi delle amministrative 2018, Giani ha dichiarato che, per dare al Paese una prospettiva di partito progressista, ci vogliono una seria autocritica e molta umiltà.

Secondo Giani, sarebbe opportuno convocare quanto prima un congresso del Pd. "E anche una bella conferenza programmatica che ridefinisca anche i valori e i programmi di un partito che deve un po' uscire dalla logica della gestione del potere, sapere farsi carico ella forza ideale che lo ha caratterizzato con tanta presenza nella società".