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La sclerosi multipla si combatte sul territorio

Grazie al percorso diagnostico terapeutico assistenziale è nata una rete di specialisti che segue i 6.850 toscani che soffrono di questa malattia

L’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito la sclerosi multipla tra le malattie socialmente più costose. Il suo esordio precoce comporta una disabilità progressiva nel tempo con impatto negativo sulla qualità di vita e l’impegno di cospicue risorse sanitarie.

Grazie al percorso diagnostico terapeutico assistenziale, però, questi costi vengono abbattuti. Si tratta di un sistema che ricalca lo spirito della riforma sanitaria entrata in vigore in Toscana dal primo gennaio: la risposta alla malattia non è più ospedale centrica ma fa affidamento su una rete di specialisti sul territorio.

 In sostanza, dalla fase diagnostica a quella della presa in carico, il pazienze può contare su centinaia di specialisti che lavorano in maniera sinergica e sono distribuiti uniformemente sul territorio. 

"Il percorso - ha spiegato Luca Massacesi, direttore di neurologia 2 a Careggi e responsabile scientifico del progetto - è nato prima della riforma del sistema sanitario toscano. Di fatto l'ha anticipato. Ora però c'è la necessità che la Regione istituisca un coordinamento per dare corpo a questo percorso".

Un percorso ancor più necessario che in passato: solo 30 anni fa i casi di malati di sclerosi multipla in Toscana erano meno di 3000, oggi sono raddoppiati. "Merito dei passi avanti nella diagnostica - ha sottolineato Massacesi  - ma anche delle cure".

Da qui la necessità di potenziare questo tipo di percorso, coinvolgendo i medici di base e dotando il sistema di strumentazioni tecnologiche ad hoc cui stanno lavorando le Asl, per permettere al pubblico di ridurre i costi.