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La Toscana punta a frenare il virus prima di Natale

Per il presidente della Regione Giani c'è speranza che si possa uscire dalla zona rossa a metà Dicembre. Quindici giorni per rallentare il virus

Due settimane per "raffreddare" il contagio da coronavirus e riportare la Toscana entro metà Dicembre, quindi fra un mese, fuori dalla zona rossa. La Regione si sta già muovendo su tre fronti: tracciamento, posti letto Covid in più e assunzioni nella sanità. Ma ritornare in zona arancione, o meglio gialla, in poco tempo è molto difficile, come ha spiegato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in un intervista a Sky TG24.

"La decisione di portare la Toscana in zona rossa è stata presa - ha detto Giani - a questo punto dobbiamo fare squadra per ritornare a metà dicembre, prima di Natale, ad allentare la morsa e magari tornare in zona arancione se non in zona gialla". 

Giani ha risposto anche alla domanda sul perché non si aspetti di cambiare zona già tra due settimane. Ha spiegato che “il meccanismo previsto dal decreto richiede che per due settimane i dati devono essere costantemente su un livello più basso, per poter rientrare in zona arancione o gialla. Basta che scoppi un focolaio e anche solo per un giorno c’è la punta in alto, quindi è evidente che dobbiamo essere cauti. Andare nella zona più bassa è facile, ma per risalire le condizioni chieste dalle norme sono molto rigorose, quindi non voglio creare illusioni”

Anche l'assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini ha parlato di una sfida che si gioca nei prossimi quindici giorni per riportare il tasso di contagio a livelli accettabili. 

"Ma indipendentemente dal colore della Toscana - ha detto Bezzini -, sarà comunque un percorso che durerà sei-sette mesi in attesa che gli anticorpi monoclonali prima, e i vaccini poi, dichiarino chiusa l'emergenza del Covid-19".

"Le nostre perplessità sulla zona rossa rimangono - ha detto Bezzini - ancorché i dati che stanno per uscire fra poco ci illustrino una situazione di 2600 nuovi positivi. Il meccanismo rischia di portarci a scelte a scoppio ritardato che non facilitano la vita degli operatori economici e disorientano i cittadini. Comunque, ora, bisogna raffreddare il virus".