Cronaca

L'incendio per convincerla a pagare il debito

Cinque in manette per aver tentato di dare fuoco a un lido all'Elba. La proprietaria doveva 60mila euro a un imprenditore ittico di Piombino

Una brutta storia di estorsione smascherata dagli appostamenti e dalle indagini della Guardia di finanza di Firenze. Alla fine due persone sono finite in carcere e tre ai domiciliari. Per tutti l'ipotesi di reato è concorso in tentata estorsione. 

A capo dell'organizzazione criminale c'era un imprenditore ittico di Piombino. Secondo quanto ricostruito dalla finanza, è stata sua l'idea di dare fuoco al Lido Capriccio di proprietà di un'imprenditrice attiva sull'isola per intimidirla e convincerla a saldare un debito di 60mila euro. Insieme ad altri tre 'soci in affari', l'uomo ha assoldato un pregiudicato siciliano che da anni risiede in Francia. A lui, dietro compenso di cinquemila euro, sarebbe spettato il compito di dare fuoco al capannone usato come rimessaggio per le barche scelto come obiettivo dell'azione. 

Non ci è riuscito perché i finanzieri lo hanno fermato prima dopo averne monitorato gli spostamenti. Le fiamme gialle infatti hanno seguito passo passo la preparazione dell'attentato incendiario, dall'acquisto del materiale e degli inneschi, cioè benzina, lana, legname e fogli di giornale. 

Alla fine gli elementi raccolti hanno permesso di comporre il quadro accusatorio che ha incastrato i cinque componenti della banda, ognuno dei quali aveva un ruolo preciso. Quanto è bastato al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno Antonio Del Forno a disporre i provvedimenti nei loro confronti eseguiti dalla finanza. 

Nei confronti del pregiudicato siciliano, un veterano di questo genere di atti criminali, è stato emesso un mandato di arresto europeo in virtù della sua residenza in Francia. Ora attraverso l'Interpol sarà coinvolta la polizia francese che provvederà all'arresto in vista dell'estradizione in Italia.