Il Villaggio, al Parco delle Cascine, è stato aperto alle 9 di oggi, sabato 29 Giugno; quindi, la partenza non agonistica alle 12 in viale degli Olmi e l'arrivo in piazza della Signorina poco dopo, con la partenza istituzionale. Infine, dopo il passaggio suggestivo su Ponte Vecchio, lo start ufficiale dal Viola Park a Bagno a Ripoli.
Il Tour de France, per la prima volta nella sua storia, ha svolto la sua prima tappa in Italia, con Firenze al cuore della 111esima edizione della corsa ciclistica più importante a livello internazionale.
Un evento che ha fatto sfilare campioni come Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, oltre al toscano Alberto Bettiol, sulle strade di Firenze e di altri sei comuni della provincia, ovvero Bagno a Ripoli, Pontassieve, Pelago, Rufina, Dicomano e San Godenzo. Prima di immettersi in Emilia-Romagna, dove la tappa si è conclusa con l'arrivo a Rimini e la vittoria di Romain Bardet, della DSM-FirmenichPostNL, che ha preceduto il compagno di squadra Frank Van den Broek.
"È il momento della storia: questa è la prima e, forse ultima volta, Firenze e la Toscana sono al centro della più grande manifestazione ciclistica - ha detto il presidente Eugenio Giani - la nostra regione, dalla prima corsa in linea della storia Firenze-Pistoia del 1870 ai grandi Bartali e Nencini, ha scritto pagine indimenticabili del ciclismo. Oggi aggiungiamo una nuova pagina: un sogno che diventa realtà".
Al taglio del nastro, davanti alla Loggia dei Lanzi, anche l'ex sindaco Dario Nardella e il principe Alberto di Monaco.
"Questa è una bellissima giornata per Firenze, per Bagno a Ripoli e per la Toscana tutta, che è da sempre terra di ciclismo - ha commentato invece il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, che ha preso parte alla cerimonia per la partenza del Tour con Giani e la sindaca Sara Funaro - si tratta di una vera e propria festa popolare: la Toscana oggi si è tinta del giallo della più importante gara a tappe del ciclismo mondiale. Penso in questo momento a nostri corridori come Gino Bartali, Gastone Nencini, ad Alfredo Martini, che da commissario tecnico seppe conquistare sei mondiali su strada".