Politica

L'Unità, l'ira di Staino contro Matteo Renzi

Durissima lettera aperta dell'ex direttore del quotidiano dopo l'intervista del segretario Pd a Repubblica Tv: "La risposta di Renzi? Una bugia"

Sergio Staino

E' di nuovo tempesta fra Sergio Staino, l'ex direttore del quotidiano L'Unità che di recente ha chiuso le pubblicazioni (l'ultimo numero è uscito in pdf il 3 giugno) e il segretario del Pd Matteo Renzi.

Nei giorni scorsi, intervistato da Massimo Giannini su Repubblica Tv, Renzi ha ricordato che la testata de l'Unità appartiene a un privato e che non era stato lui a venderla.

"Quel che ha risposto Renzi a Giannini è una sonora bugia o, se vogliamo usare termini più amati dal nostro segretario, una vera e propria fake news - ha scritto Sergio Staino in una lunga lettera aperta a Matteo Renzi - E' vero che non è stato Matteo il primo segretario che ha chiesto l'intervento privato nella società proprietaria de l'Unità ma non è vero che lui non abbia la piena responsabilità della nascita e della formazione dell'attuale società proprietaria Unità srl. L'idea di investire su l'Unità non partì certo dai proprietari della Pessina Costruzioni che invece aderirono al progetto solo dopo le pressanti richieste dello stesso Renzi"

"Lui, e solo lui, Matteo Renzi, si era speso nei giorni del fallimento della NIE nell'estate del 2014, in una solenne promessa di riaprire l'Unità al più presto - prosegue Staino nella lettera - E' vero che le difficoltà attuali del giornale vengono da lontano e che dipendono in larga misura anche dalla gestione che è stata fatta di questo nostro foglio negli ultimi 20 o 30 anni, ma questa eredità del passato non può servire assolutamente a giustificare la superficialità con cui sono state trattate la riapertura e la gestione attuale del giornale". 

"Di tutto questo disagio, proprio per il suo ruolo, Matteo Renzi è il primo dei responsabili - ha scritto ancora Staino - Lui ovviamente non vuole ammettere questo e ricorre alla più misera delle opzioni umane: la bugia. Di fronte a questo ho un tal senso di disgusto che devo stare molto attento a come continuare questa lettera. Dirò quindi solo una cosa, dirò che negli Stati Uniti, democrazia che il nostro Renzi ama molto, presidenti eletti a furor di popolo, per una bugia sono stati costretti a dimettersi".