Monitor Consiglio

“Creare un sistema fieristico regionale che valorizzi la territorialità”

“Gli imprenditori toscani sono costretti a girare l’Italia per far conoscere le loro produzioni, spesso eccellenze a livello nazionale ed internazionale, mentre il sistema fieristico locale toscano registra strutturalmente perdite finanziarie."

Elena Meini e Luciana Bartolini

"Occorre ripensare il settore con la creazione di un organismo fieristico regionale che valorizzi la territorialità, creando una visione d’insieme che oggi manca”. 

Il tema delle fiere, fiore all’occhiello di molte città, ma vero tallone d’Achille in Toscana, è sentito dalla capogruppo della Lega in Consiglio Regionale Elena Meini e dalla consigliera Luciana Bartolini. “Non capiamo perché – sostengono la Meini e la Bartolini - i nostri produttori siano costretti ad allontanarsi dalla Regione, dove esistono dei veri distretti di eccellenza, come l’oro ad Arezzo, il florovivaismo a Pistoia, la nautica a Viareggio, i conciatori nel comprensorio del cuoio o la camperistica in Valdelsa, per approdare in centri fiere che fanno utili, mentre in Toscana il sistema è in ginocchio con eventi che creano conti in rosso e, spesso, sono ridotti a poco più che feste paesane”. 

La Meini e la Bartolini fanno alcuni esempi. “In queste settimane l’oro è stato in mostra a Vicenza, la concia a Milano, il florovivaismo a Padova, i camper a Parma, gli yacht a Montecarlo e Cannes. Vetrine internazionali cruciali che vedono spesso il sistema produttivo toscano protagonista con decine e decine di aziende ed eccellenze che fanno bella mostra di sé, ma con costi notevoli per andare a proporsi su nuovi mercati, quando con una visione strategica si potrebbero convogliare sul nostro territorio con eventi che, in altre realtà, creano importanti profitti”. 

Nel corso della consiliatura la Lega ha presentato più di un atto sul tema. “Abbiamo interrogato la giunta – proseguono la Meini e la Bartolini – abbiamo presentato una mozione ed emendamenti al Prs. La sinistra che governa la regione da cinquant’anni, però, ha rinunciato alla difesa della toscanità del sistema fieristico aprendo a ipotesi di vendita di quote strategiche a soggetti fieristici non toscani. Il punto è che se non si crea un organismo regionale ad hoc che valorizzi i nostri produttori, ma anche la territorialità, creando un vero e proprio sistema fieristico regionale, si rischia di avere tanti eventi isolati, di poco valore che continuano a produrre perdite e non utili. Basti pensare che su oltre 28milioni di perdita totale del sistema fieristico toscano negli ultimi 10 anni, oltre la metà impattano direttamente sulle casse della Regione. Sono sufficienti queste cifre per far capire che non solo è mancata una vera pianificazione ed una visione strategica, ma che di questo passo il sistema è destinato a tracollare con danni che ricadono sull’ente, ma anche sui produttori locali che, anziché essere agevolati, sono costretti a sempre maggiori spese per far fronte alla concorrenza nazionale ed estera”.