Cronaca

Menarini, condannati i figli di Aleotti

Dieci anni e mezzo di carcere per Lucia Aleotti, presidente dell'azienda, e 7 anni e mezzo per il fratello Alberto. Confiscato un miliardo di euro

La sentenza di condanna è stata pronunciata dal trinunale fiorentino dopo una lunghissima inchiesta e un processo durato due anni. La difesa ha già annunciato il ricorso in appello.

Sono stati invece assolti gli altri imputati: la madre dei due fratelli, Massimiliana Landini, e i collaboratori Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini.

Il padre di Lucia a Alberto Giovanni, Alberto Sergio Aleotti, leader del gruppo per molti anni e a sua volta al centro delle indagini, è morto nel 2014.

Le accuse a carico dei figli erano, a vario titolo, evasione fiscale, corruzione e riciclaggio. "La sentenza del Tribunale ha escluso l'esistenza di truffe ai danni del servizio sanitario nazionale messe in atto gonfiando i prezzi dei medicinali rimborsati - si legge in una nota degli avvocati del gruppo Menarini - La condanna per riciclaggio di Lucia e Alberto Giovanni Aleotti riguarda esclusivamente i capitali personali scudati da Alberto Sergio Aleotti che il tribunale ha ritenuto provenienti da frode fiscale".

"Lavoreremo ancora per far emergere l'estraneità dei nostri assistiti anche dai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa" concludono gli avvocati.

La sentenza di oggi stabilisce che fratello e sorella sono interdetti per sempre dai pubblici uffici e in particolare che Lucia non potrà intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione per almeno tre anni. Da tempo la Menarini finanzia il restauro e la ristrutturazione di alloggi di edilizia popolare a Firenze.

Lucia Aleotti dovrà risarcire di 100mila euro la presidenza del Consiglio dei Ministri che si era costituita parte civile nel processo. Nessun risarcimento invece per le aziende sanitarie e la Regione Toscana.