Dalla ricerca, presentata nella sede regionale di Cna a Firenze, sono emersi anche 58,7 milioni di benefici che deriverebbero dalle fusioni, equivalenti a 139 euro per abitante.
Lo studio ricorda anche che entro la fine del 2016 i Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti, che scende a 3mila nelle zone montane, dovranno gestire in forma associata le 11 funzioni fondamentali.
"Con le fusioni riteniamo che sarebbe realmente possibile consentire alle amministrazioni comunali di abbassare la pressione fiscale e di procedere con gli investimenti, bloccati anche dal patto di stabilità - ha detto il presidente regionale di Cna Valter Tamburini - il trasferimento statale ai Comuni è venuto sempre meno e questo ha fermato le loro capacità di spesa".
Secondo il direttore di Cna Toscana Saverio Paolieri "i tagli dei trasferimenti statali hanno ridotto le risorse a disposizione dei Comuni. Tra il 2010 e il 2015 i Comuni toscani hanno perso 565 milioni di trasferimenti statali pari al -58 per cento. In molti casi, con le aggregazioni ipotizzate dalla nostra ricerca, già il primo anno di incentivi coprirebbe gran parte dei trasferimenti persi negli ultimi 5 anni, fornendo le risorse per abbattere la pressione fiscale e stimolare gli investimenti sul territorio".