Attualità

Mille scuse per uscire e... in bocca al virus!

Le scuse più assurde inventate per uscire nonostante il blocco, da chi dichiara di non essere a conoscenza dell'epidemia a chi 'necessita' di un caffè

Si sa che in Toscana i burloni hanno la risposta sempre pronta e anche in questo momento di emergenza sanitaria ci sono pure i "furbetti" che escono da casa inventando scuse assurde violando le norme imposte dal decreto Coronavirus, firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte l'11 marzo. E in questi giorni sono stati molti i controlli effettuati dalle forze dell'ordine per far rispettare il divieto. 

C'è chi in Versilia, fermato dalla municipale, si è giustificato dichiarando di non sapere niente del virus, o la signora che voleva portare a spasso il cane in auto a chilometri di distanza dal suo comune di residenza. Ma anche chi sorpreso a passeggio asseriva di andare a prendere un caffè al bar, quando i bar oramai sono chiusi da una settimana.

In Valdera una persona fermata più volte nel giro della giornata dalla municipale ha sempre detto "sto cercando le sigarette" o quattro che giravano in macchina insieme arrivati da un altro comune "Volevamo andare a dare un'occhiata al supermercato".

O l'operaio che pizzicato nell'Aretino alle tre di notte in auto ha risposto ai carabinieri "sono fuori per lavoro".

E ad una settimana dall'entrata in vigore del decreto tra Prato e Livorno sono state circa 300 le persone denunciate per inosservanza delle prescrizioni.

Ricordiamo che si può uscire solo per prime necessità e non più di una persona a famiglia. Si può uscire di casa per andare a lavoro, fare la spesa, andare dal medico o in farmacia.