Pieno sostegno alla mobilitazione nazionale dei metalmeccanici indetta per il 20 giugno, con uno sciopero di otto ore e manifestazioni in tutte le regioni, e una mozione depositata in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta regionale di impegnarsi per favorire la ripresa del confronto tra le parti sociali e sbloccare il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto a giugno 2024. Questa la posizione del Gruppo del Partito Democratico in vista della manifestazione del prossimo 20 giugno organizzata da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
"Questo - affermano il primo firmatario Marco Niccolai e il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli - è un settore strategico per la Toscana ma i lavoratori non ne stanno traendo benefici. A fronte di una produttività in crescita, i salari reali sono ancora inferiori ai livelli del 2008. È il momento di agire: il rinnovo del contratto non è solo una questione salariale, ma una leva di equità, sicurezza e rilancio industriale".
Il settore coinvolge in Italia circa 1,5 milioni di lavoratori e in Toscana rappresenta una parte rilevante del tessuto produttivo regionale con oltre 70 mila addetti. Negli ultimi anni, come documenta uno studio del Centro Studi Fiom, le aziende metalmeccaniche toscane hanno visto una crescita esponenziale degli utili, passati da 713 milioni nel 2019 a oltre 1,6 miliardi nel 2023 (+133%), mentre i costi del personale sono aumentati solo del 21,8%. Sempre più basso, inoltre, il reinvestimento in azienda degli utili: dal 39% del 2019 al 25% nel 2023.
"A livello nazionale - spiegano Niccolai e Ceccarelli - i dati Istat confermano che, nel primo trimestre 2025, i salari reali erano ancora inferiori dell’8% rispetto a gennaio 2021, nonostante i rinnovi siglati in altri comparti. Intanto la trattativa tra sindacati (Fiom, Fim, Uilm) e datori di lavoro (Federmeccanica, Assistal, Unionmeccanica-Confapi) è ferma, dopo mesi di incontri senza esito. Le richieste sindacali, che vanno dagli aumenti salariali al rafforzamento del welfare, dalla salute e sicurezza alla riduzione dell’orario di lavoro, sono state respinte. Le controparti hanno proposto solo una “una tantum” e un incremento dei flexible benefit, rifiutando aumenti strutturali sui minimi contrattuali. Per noi il rinnovo del contratto è una priorità sociale oltre che economica. La Toscana non può restare indifferente: stare dalla parte di chi lavora è un dovere della politica".