Attualità

Nuova legge regionale sul rischio idraulico

Primo via libera alla norma che classifica il territorio in base al rischio allagamenti e sulla quantità di danni che le acque possono provocare

Si rafforzano i contenuti della legge regionale del 2012 sul rischio idraulico approvata all'indomani delle gravi alluvioni che colpirono quell'anno la Lunigiana.

Con l'ultima proposta di legge, presentata dagli assessori Federica Fratoni e Vincenzo Ceccarelli, la giunta regionale pone ancora una volta l'accento sulla prevenzione del rischio idraulico.

"E' una proposta di legge che si rivolge soprattutto all'urbanistica e all'edilizia e chiama i Comuni ad una sempre più approfondita riflessione sullo stato del proprio territorio rispetto al rischio alluvioni - ha spiegato il presidente Enrico Rossi - non basterà più ragionare in termini di probabilità di allagamento, come fatto fino ad oggi, ma anche di danno che l'esondazione può provocare. Con questo atto diamo sempre più forza all'azione di contrasto ai rischi naturali prodotti dai cambiamenti climatici. Insieme alla realizzazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico e alla manutenzione dei corsi d'acqua abbiamo fatto diventare realtà per la Toscana la prevenzione, abbandonando definitivamente la logica dell'emergenza".

Nel confermare i vincoli di inedificabilità per le zone a più alto rischio di esondazione già stabiliti dalla legge regionale 21, le proposta di legge dà anche risposta alla gestione ed eventualmente alla delocalizzazione degli edifici esistenti nelle fasce di territorio a più alto rischio idraulico, risolvendo in questo modo alcune criticità sorte nell'applicazione della legge regionale del 2012.

In pratica un passo avanti nella tutela dal rischio idraulico.

"Le modifiche  individuano percorsi per restituire il fiume al fiume e permetteranno ai Comuni di valutare lo sviluppo del territorio solo nelle aree con il minor rischio idraulico - ha sottolineato l'assessore all'ambiente Federica Fratoni - Questo significa anche che, dove è stato costruito in modo non adeguato alle esigenze di una corretta regimazione idraulica, sarà necessario individuare le attività e gli interventi per ripristinare le condizioni di sicurezza mettendo al primo posto l'incolumità dei cittadini e il corretto regime delle acque".

La nuova legge passa ora al vaglio del Consiglio regionale.