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Con droni e satelliti si controllano le cave

Progetto speciale della Regione insieme ad Arpat per garantire più sicurezza ai lavoratori e per fermare il fenomeno dei fiumi bianchi

Il Progetto speciale cave prevede droni, foto dal satellite e assunzione di nuovo personale per garantire più sicurezza per i lavorativi durante i processi estrattivi e per fermare lo sversamento della marmettola, lo polvere bianca prodotta dalla lavorazione del marmo, nei fiumi.

La giunta regionale ha approvato la delibera che prevede un investimento da un milione e 480mila euro per due anni. Arpat, che è il braccio operativo, assumerà 12 nuove professionalità che si occuperanno dell'attività di verifica e controllo. 

Il territorio delle 170 cave attive sarà sorvegliato appunto da droni e fotografato dai satelliti. I controlli dei processi estrattivi nelle cave passeranno ad essere 60-70 all'anno, a fronte dei 15-20 di adesso.

Altro importante punto è la lotta alla marmettola. Verrà costantemente controllata la risorsa idrica con delle sonde per valutare dove e come c'è la presenza della marmettola. Questa polvere uccide flora e fauna dei fiumi, rendendoli di color biancastro. Inoltre si deposita sul fondo e talvolta può alzare il livello delle acque.

Oltre al progetto dei controlli è prevista entro pochi mesi la preparazione di apposite linee guida che serviranno a favorire l'adozione di metodi di lavorazione che riducano l'inquinamento dovuto alla marmettola. La polvere di scarto potrebbe anche essere reciclata per realizzare, ad esempio, mattoni bianchi.