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Grandinate e bombe d'acqua piaga per le olive

Alle porte della raccolta si stima un calo del 30 per cento nella produzione di olio. A far da contrappeso l'alta qualità del prodotto

Le stime di Confagricoltura Toscana parlano di 170mila quintali di olio, in calo del 30 per cento rispetto all'anno scorso anche se di qualità ottima. Colpa del clima, non solo quello estivo che in agosto ha alternato bombe d'acqua a temperature tropicale, ma anche di quello invernale: a febbraio, per esempio, si sono toccati i -9 gradi che hanno compromesso la chioma delle piante e di conseguenza la quantità di olive. Acquazzoni e grandinate, poi, hanno accelerato la caduta di quelle che erano cresciute. 

"Sul fronte della qualità siamo ottimisti - ha detto il presidente Francesco Miari Fulcis - la cosiddetta mosca delle olive non desta preoccupazione. Dall'altro lato, quello produttivo, purtroppo sembra non ci sia da gioire a causa soprattutto delle particolari condizioni climatiche".

In ogni caso, visto che ormai il clima tropicale più che un'eccezione è diventata la regola, l'olivicoltura dovrebbe "saper far fronte a queste avversità. I dati su varietà resistenti al freddo per esempio sono incoraggianti, non possiamo quindi che condurre un impostazione moderna dell'olivicoltura con impianti innovativi, specializzati e laddove ce ne sia la possibilità colturale, anche intensivi". Misure da adottare con urgenza, secondo Confagricoltura, anche per contrastare il crescente abbandono dei terreni coltivabili in Toscana che comportano una significativa contrazione del settore.