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Peste suina, allevatori toscani in allerta

Da Confagricoltura l'invito a rafforzare i controlli dopo l'abbattimento di 200 milioni di maiali in Cina. "L'export del settore vale 8 miliardi"

Anche gli allevatori della Toscana sono preoccupati da un eventuale arrivo della peste suina. A lanciare l'allarme e a chiedere contromisure è Confagricoltura Toscana che, in una nota, ricorda l'abbattimento in Cina di circa 200 milioni di maiali proprio a causa del contagio. 

Il presidente della sezione toscana Alessandro Stassano ha spiegato che "è necessario rafforzare i controlli per la biosicurezza, applicando le linee guida della Commissione europea e soprattutto gestire le enormi popolazioni di cinghiali che sono portatori della peste suina". Proprio sui cinghiali si concentra l'attenzione di Confagricoltura Toscana in quanto "portatori sani della malattia: è sufficiente che qualcuno camminando nel bosco pesti degli escrementi dei cinghiali e poi entri in un allevamento per diffondere la malattia. Tenere sotto controllo la popolazione dei cinghiali non è cruciale solo per l'agricoltura ma anche per evitare il diffondersi di una malattia catastrofica come la peste suina negli allevamenti, che comporta l'abbattimento immediato di tutti i capi e il blocco delle esportazioni di carni suine e derivati". 

Non a caso, nella stessa nota di Confagricoltura, si ricorda che "la Cina deve ripartire da zero e serviranno almeno un paio d'anni affinché la produzione di suini possa ripartire".