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Poste, nuovo sciopero e caos agli sportelli

I sindacati hanno annunciato dieci giorni di stop degli straordinari contro la carenza di personale. "Un'ora di attesa per una raccomandata"

Si preannuncia una settimana di disagi, almeno sul fronte dei servizi aggiuntivi, alle Poste. I sindacati Slp Cisl e Slc Cgil hanno deciso di continuare la protesta proclamando lo sciopero delle prestazioni aggiuntive che inizierà domani e durerà fino al 25 maggio.

Il problema principale, denunciano i sindacati, resta quello della carenza di personale e delle lunghe code che si creano, anche per questo, agli sportelli.

“Sul territorio della Toscana – ha spiegato Marco Nocentini, segretario Regionale Cisl Poste - il personale applicato alla sportelleria e al recapito è insufficiente a garantire i servizi ai cittadini e questo determina una situazione non più sostenibile. Agli sportelli la situazione si è notevolmente aggravata dal servizio delle raccomandate in giacenza; sono oltre dieci giorni che i clienti aspettano anche un’ora per ritirare una raccomandata scaricando la loro rabbia nei confronti degli sportellisti. Al recapito la carenza di personale non permette a Poste Italiane di garantire gli standard di qualità concordati con le istituzioni. 

Non si placano poi gli animi intorno alla questione delle consegne a giorni alterni avviati a Prato e Arezzo. Una riorganizzazione che, spiegano ancora i sindacati, "sta continuando a produrre grossissimi disservizi, con la corrispondenza che viene consegnata quando va bene una volta la settimana. Nonostante il problema sia sotto gli occhi di tutti, Poste Italiane continua a minimizzare la questione. Il personale inoltre continua a essere incentivato a andare in pensione senza un turn over”. 

I sindacati chiedono, ora, più interlocuzione. “In Toscana -ha detto Graziano Benedetti Coordinatore della Slc-Cgil Toscana- vogliamo riprenderci il nostro ruolo sul territorio nazionale e regionale contrattando e confrontandoci con l’azienda su tutti gli argomenti, superando questa moda, che a noi non piace, di pensare che si possa fare a meno di un’interlocuzione".