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Prodi dribbla la politica e parla di economia

Il professore ospite dello Stensen di Firenze per un incontro dedicato al futuro economico del mondo non ha risposto alle domande sul Governo

Romano Prodi

Ironico quanto basta per mettere a tacere le domande, forse attese, sulla politica del governo Renzi, sulle trivelle e sulla condotta in Europa dell'Italia. Romano Prodi ha parlato solo delle questioni su cui era stato invitato a discutere, cioè 'Il futuro dell'economia mondiale' all'auditorium dello Stensen di Firenze.

"L'avevo già detto venerdì agli organizzatori: di politica italiana non parlo neppure sotto tortura", ha detto l'ex premier ed ex presidente della Commissione Europea.

"E della politica europea dell'Italia?", ha poi incalzato la signora. Risposta: "Sarebbe una tortura ancora più grossa...".

In realtà sull'Europa il professore ha speso molte parole. "L'Europa è diventata una riunione dei capi di stato: non è più il sogno che avevamo". Ciò che è rimasto, ha aggiunto rispondendo alle domande di Federico Fubini vice direttore del Corriere della Sera durante l'incontro, "è la struttura dalla Banca centrale. E la Bce, che è importantissima, ci aiuta a sopravvivere". 

La Commissione europea "era una struttura sovranazionale che dialogava, con dialettica anche dura, ma con potere perlomeno di porre l'ordine del giorno e di fare l'agenda. Oggi si capisce dai telegiornali che la Commissione non c'è più, esiste solo il suo Consiglio", ha proseguito.

Poi, sull'euro, dopo aver ricordato come anche l'ex cancelliere Kohl volle a tutti i costi la moneta unica, "voglio una Germania europea e non germanica, diceva sempre", Prodi si è detto convinto che ancora oggi rappresenta "un futuro di pace e di sviluppo. Abbiamo bisogno dell'euro".