Attualità

Psicologi in carcere per arginare il disagio

Il progetto prevede la presenza di due psicologi psicoterapeuti per il supporto alle difficoltà percepite dal personale che lavora nelle carceri

Per aiutare chi lavora nelle carceri toscane arrivano gli psicologi che daranno il loro supporto attraverso l'ascolto e l'orientamento rispetto alle difficoltà percepite e riferite dal personale che in Toscana è rappresentato da circa 2900 persone. La vita in carcere è certamente dura per i detenuti. Ma anche il lavoro del personale sanitario e penitenziario è fonte di criticità e disagio. Per questo il Centro di riferimento regionale sulle criticità relazionali (CRRCR), in collaborazione con l'Ordine degli psicologi, ha presentato un progetto, "La salute in carcere: accoglienza, analisi ed orientamento rispetto al disagio del personale che opera negli istituti penitenziari", approvato dalla giunta in una delle ultime sedute, su proposta dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, e finanziato con 24.000 euro.

Il progetto prevede la presenza, nei principali istituti penitenziari della Toscana, che saranno definiti in accordo con l'amministrazione penitenziaria, di due psicologi psicoterapeuti. I due professionisti saranno presenti 2 volte al mese in ciascun istituto, sia per la realizzazione di colloqui individuali che per l'osservazione di alcuni contesti specifici.

La richiesta di fornire un supporto professionale è stata avanzata alla Regione dal provveditore regionale all'amministrazione penitenziaria, e la Regione ha individuato il CRRCR come centro idoneo per questa attività.

Tra le criticità emerse in seguito a questo lavoro congiunto, rilevante quella del disagio del personale che lavora all'interno degli istituti penitenziari: un disagio derivante sia da determinanti ambientali che da aspetti di natura socio-culturale e organizzativa. Da qui il progetto messo a punto dal CRRCR, che si propone di creare uno spazio dedicato all'ascolto e all'analisi delle problematiche vissute dal personale e offrire supporto e orientamento rispetto ai percorsi più appropriati; e anche fornire un feedback al sistema per eventuali interventi migliorativi.