Politica

Regionali, Rossi boccia la candidatura di Giani

Il governatore toscano: "In un'area ampia di centrosinistra si cerca l'unità per trovare un nome alternativo a quello, rispettabilissimo, di Giani"

Eugenio Giani ed Enrico Rossi

Lui, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, da mesi autocandidato alla presidenza della Regione con la benedizione di Matteo Renzi (si vota nel 2020), si è smarcato subito dall'operazione scissione appena ufficializzata dall'ex premier: "Io resto nel Pd" ha detto Giani non più tardi di ieri in occasione di un evento fiorentino. Ma la presa di posizione potrebbe non essere sufficiente a fugare gli effetti controproducenti dell'abbraccio renziano così a lungo inseguito. E non a caso proprio oggi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, in scadenza del secondo mandato e quindi non ricandidabile, ha auspicato la necessità di trovare rapidamente un candidato alternativo a Giani.

"Mi pare ci sia in un'area ampia di centrosinistra la volontà di cercare un nome alternativo a quello, rispettabilissimo, del presidente del Consiglio regionale, da molti però non condiviso - ha dichiarato Enrico Rossi - Penso che ci sia necessità ma anche unità in questo vasto mondo che non condivide il nome di Giani nel cercare un nome alternativo in tempi rapidi".

Chi possa essere l'alternativa a Giani Rossi non l'ha detto anche se nella sua giunta siedono almeno due assessori che ambiscono a quel ruolo: Stefania Saccardi e Vincenzo Ceccarelli. E proprio Ceccarelli sarebbe la persona più gradita al governatore per la sua successione.

Per quanto riguarda invece la proposta del leader 5Stelle Luigi Di Maio di siglare un patto civico con il Pd in vista delle regionali 2020, soprattutto in Umbria, Rossi dubita che sia una schema valido per la Toscana.

"Credo che la situazione umbra sia diversa - ha detto Rossi - Come ha detto Zingaretti, ogni realtà ha un suo specifico. E' vero che io stesso ho proposto a sua tempo di individuare un candidato civico per la presidenza della Regione ma avrebbe dovuto essere il Pd a proporlo come un'indicazione di allargamento. Poi Giani è sceso in campo ed è evidente che, a questo punto, per chi non è d'accordo con la proposta di Giani, c'è la necessità di trovare un'alternativa che sia comunque politica. La situazione dell'Umbria non è paragonabile a quella Toscana".