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Regione e governo tasseranno Airbnb

Il ministro Dario Franceschini dagli stand della Bto: "Troveremo un modo ragionevole per farlo". E l'assessore regionale pensa al credito d'imposta

Deregulation, addio. Regione e governo sono pronti a mettere mano alle normative nazionali e non solo, per provare a mettere alcuni paletti ai player internazionali che si occupano di sharing economy. Airbnb in testa. 

Due le linee di intervento: una a livello nazionale e una a livello locale. Il ministro Dario Franceschini, dal canto suo, si è detto pronto a studiare una tassa ad hoc su chi affitta gli alloggi attraverso Airbnb. Imposta i cui proventi secondo il ministro dovrebbero poi essere reinvestiti sempre nel turismo.

"Troveremo il modo ragionevole di farlo - ha spiegato Franceschini al termine della visita alla Bto a Firenze-. Forme di ospitalità diverse devono avere parità di trattamento. E credo ci sia interesse di questi settori avere un sistema di regole. Certo, per evadere ci vuole una norma: se una norma non c'è non si evade".

Tradotto: al momento Airbnb non sta commettendo alcun illecito. Su questa stessa falsa riga si sta muovendo la l'assessorato regionale guidato da Stefano Ciuoffo che nei giorni scorsi ha iniziato a mettere mano alla riforma della legge sul turismo. Un percorso che si vorrebbe chiudere entro fine marzo 2016. L'idea è quella di far pagare ad Airbnb le tasse di soggiorno comunali, probabilmente attraverso il sistema del credito d'imposta.

Un punto quest'ultimo su cui è intervenuto lo stesso Franceschini. "Stiamo lavorando ad un tavolo con Regioni e Comuni per rivedere il tema della tassa di soggiorno - ha detto -: vogliamo farlo in maniera convinta, in modo che ci sia un aumento della platea dei comuni che possono applicarla, non più soltanto quelli nell'elenco dei comuni turistici".

Franceschini ha anche auspicato che si superi il sistema delle stelle degli hotel, su cui viene calcolata l'imposta di soggiorno, visto che si tratta di un modello superato.