Cronaca

Renzi senior in Tribunale contro Travaglio

Il padre dell'ex premier, in tribunale per la causa di diffamazione contro il direttore del Fatto, ha chiesto trecentomila euro di risarcimento

Tiziano Renzi

Non poteva esserci giorno più propizio per Tiziano Renzi per affrontare in tribunale la nuova udienza della causa per diffamazione intentata contro il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio per una serie di articoli pubblicati fra la fine del 2015 e il marzo 2016 in merito alla sua attività imprenditoriale e ai suoi rapporti di affari con altre società. Renzi ha chiesto un risarcimento di trecentomila euro.

Non più tardi di ieri la procura di Roma ha indagato per falso materiale e ideologico l'ufficiale dei carabinieri che ha redatto buona parte delle informative sull'inchiesta Consip in cui Renzi senior è indagato per traffico di influenze illecite (vedi articoli collegati)

L'ufficiale è accusato di aver alterato un paio degli elementi su cui si basavano le ipotesi accusatorie contro il padre dell'ex premier la cui posizione si è così automaticamente alleggerita.  Una notizia che ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo a Renzi padre (il figlio Matteo ieri sera ha raccontato a Porta a Porta che il babbo, appresa la novità, si è messo a piangere dall'emozione) anche se, ovviamente, l'inchiesta continua e alcune testimonianze contro di lui, come quella dell'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, al momento restano in piedi. Tiziano Renzi ha sempre respinto ogni addebito.

L'udenza di oggi della causa contro Travaglio è durata pochi minuti ed è stata aggiornata al 19 ottobre. I legali del giornalista hanno consegnato una memoria difensiva in cui viene rivendicato il legittimo esercizio del diritto di critica sulle attività della famiglia dell'ex premier in considerazione del ruolo pubblico ricoperto nel periodo di tempo in questione da Matteo Renzi. I legali di Tiziano Renzi ne hanno preso atto chiedendo al giudice un rinvio per predisporre le controdeduzioni.

Renzi padre non ha voluto rilasciare alcun commento ai giornalisti, nè prima nè dopo l'udienza, nè sulla causa contro il Fatto nè, tantomeno, su Consip. Ma è apparso disteso e, a lavori conclusi, ha voluto scendere a piedi i cinque piani del Palazzo di giustizia insieme ai suoi avvocati. Poi è uscito ed è tornato a Rignano.