Attualità

Rsa toscane piegate dalle bollette alle stelle

Sono 322 le strutture che sul territorio regionale accolgono 12.000 anziani. Coi rincari per loro la scelta è fra chiudere o aumentare le rette

Un momento della manifestazione

Sono 322 le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) che operano in Toscana fra pubbliche, profit e no profit ospitando 12.000 anziani. Ebbene: sono stremate dal caro bollette, con costi dell'energia che pesano sempre di più e che le hanno portate in piazza Duomo per manifestare tutto il loro disagio. Un esempio? In una Rsa di Prato nel bimestre Agosto-settembre le spese energetiche sono aumentate di 28mila euro, a fronte di contributi previsti dal Decreto Aiuti Ter di 1.200 euro. 

E allora loro si trovano a un bivio che non vogliono: “No alla scelta tra chiudere le Rsa o aumentare le rette, il danno non è soltanto per le cooperative ma è soprattutto per le persone”. A dirlo sono Anna Batini, presidente di Confcooperative Sanità Toscana, e Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, che hanno partecipato alla manifestazione di Rsa e Centri Diurni in piazza Duomo a Firenze, davanti alla sede della Regione Toscana. 

L'iniziativa ha visto scendere in piazza un ampio cartello di associazioni rappresentative delle strutture e dei servizi di assistenza sanitaria, socio sanitaria, e non solo, profit e no profit: Uneba-Toscana, Aret-Asp, Anaste, Arsa, Arat, Agespi, Confcooperative Sanità Toscana, Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Agci-Solidarietà Toscana, Aiop.

“Le Rsa e i Centri Diurni svolgono un servizio pubblico ma i costi sono sempre più privati, a carico delle organizzazioni e delle famiglie. Col caro energia la situazione è insostenibile", sottolineano Batini e Grilli. E aggiungono: "E' assolutamente necessario che le istituzioni, a tutti i livelli, intervengano urgentemente. Stiamo assistendo ad un tentativo di scaricare sulle cooperative, sulle famiglie e sugli utenti le inefficienze del sistema. Abbiamo superato il punto di non ritorno”.

“Nel caso degli associati a Confcooperative-Federsolidarietà e Confcooperative-Sanità toscane - spiegano Batini e Grilli - la situazione di grande sofferenza interessa l’universo delle strutture e dei servizi afferenti gli ambiti sociale, socio sanitario, assistenziale, educativo, della salute mentale e delle dipendenze, dell’assistenza territoriale, dell’inserimento lavorativo".