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Sanità, referendum sulle convenzioni con i privati

Il comitato referendario sulla riforma del sistema sanitario toscano ha lanciato la consultazione per abrogare la norma inserita nelle legge regionale

Non getta le armi il comitato per il referendum sulla riforma della sanità toscana. Stavolta il nodo del contendere è la possibilità per le aziende sanitarie di sperimentare convenzioni dirette con soggetti esterni, cioè con privati. In altre parole, spiega Giuseppe Ricci, presidente del comitato, si "affidano ai privati tramite convenzioni interi settori assistenziali".

La norma è prevista dall'articolo 34 bis della legge 40 del 2005, inserito poi nella legge regionale 84 del dicembre 2015 che riordina l’assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Le 3098 firme raccolte per la presentazione del quesito referendario con cui si chiede l'abrogazione dell'articolo sono state consegnate al collegio di garanzia. "Si tratta di un passo avanti", aggiunge Ricci che, nell'assemblea che si è svolta in palazzo Panciatichi a Firenze si è soffermato sul merito del provvedimento spiegano le ragioni della preoccupazione: "Questo precedente non esiste a livello nazionale, non esiste nella legge nazionale  e ci sembra davvero pericoloso poter consentire così facilmente forme di privatizzazione. 

La proposta del comitato incassa anche il supporto dei consiglieri regionali Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Si Toscana e Andrea Quartini del Movimento 5 Stelle. 

Intanto non è ancora detta l'ultima parola sull'altro referendum, quello sulla riforma della sanità. "Ci sono già state le prime due udienze sul ricorso che abbiamo presentato al tribunale ordinario sulla bocciatura della consultazione da noi proposta e ora siamo in attesa che il giudice si pronunci".