Politica

Supermercati aperti il 1 Maggio, scontro Giani-Pd

Centri commerciali aperti fino alle 13, lettera del gruppo dem del Consiglio regionale al presidente: "È molto di più di una data festiva"

Una seduta del consiglio regionale

Dopo la protesta dei sindacati anche il gruppo Pd del consiglio regionale toscano ha protestato contro il presidente Eugenio Giani che ha deciso di lasciare aperti i punti vendita della grande distribuzione fino alle 13 del Primo Maggio. 

Giani ha parlato di decisione presa per aiutare i commercianti in crisi e ha promesso che  il Primo maggio 2022 sarà tutto chiuso.

Nella lettera inviata dal gruppo Pd del consiglio regionale, il cui capogruppo è l'ex assessore Vincenzo Ceccarelli, è scritto che questa decisione rischia di mandare un messaggio sbagliato: "Pensiamo che non possa e non si debba ammainare la bandiera del Primo Maggio, neppure per mezza giornata, neanche in una situazione particolare come quella determinata dalla pandemia di Covid 19. Come consiglieri regionali del Pd riteniamo che le battaglie per i diritti dei lavoratori non debbano essere delegate solo ai sindacati, lasciandoli soli, ma invece pensiamo che debbano essere parte integrante della nostra proposta e azione politica".

Insomma il Pd in consiglio regionale si è detto contrario alla decisione del presidente Giani e qualcuno pare anche avesse proposto di chiedere a Giani di rivedere l'ordinanza e rimuoverla. Nel messaggio del gruppo consiliare parole chiare: "Il Primo Maggio è molto di più di una data segnata come festiva nel calendario. È una bandiera di diritti e libertà che, purtroppo, non sono patrimonio comune ovunque. Anche da noi, in Toscana, ci sono aree di sfruttamento e di limitazione dei diritti che abbiamo sotto gli occhi. Pensiamo, ad esempio, ai nuovi lavoratori delle piattaforme digitali a cui troppo spesso non sono riconosciuti nemmeno i diritti minimi alla salute e alla sicurezza e che troppe volte non hanno neppure la possibilità di avere normali relazioni sindacali con le proprie aziende. Oppure, osserviamo le sempre più larghe aree del lavoro informale e non regolare di cui, purtroppo ci informano le cronache. O, ancora, pensiamo anche ai tanti lavoratori della grande distribuzione che in questo anno di lockdown e restrizioni ci hanno aiutato a continuare a vivere, spesso mettendo a rischio la propria vita, dietro una cassa di un supermercato o intorno agli scaffali di un grande magazzino".