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Se Riina collaborasse con la giustizia

Il procuratore nazionale antifamia Franco Roberti: "Se Riina collaborase, la misura detentiva potrebbe essere rivista. Ma non credo che lo farà"

Nel corso della giornata inaugurale del Festival Notaract in corso a Firenze, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sul caso di Totò Riina, 86 anni, in carcere da 24 e in precarie condizioni di salute. Nei giorni scorsi la Cassazione ha infatti annullato la decisione del tribunale di Bologna di non concedergli i domiciliari "per difetto di motivazione", chiedendo al tribunale un nuovo pronunciamento. La vicenda ha scatenato le proteste dei familiari delle vittime della mafia e prese di posizione di politici e membri della società civile. Il presidente del Senato Pietro Grasso ad esempio ha dichiarato che se Riina cominciasse a collaborare con la giustizia allora la sua detenzione potrebbe essere alleggerita. Roberti si è detto d'accordo con lui.

"Se Riina decidesse di parlare e se cominciasse seriamente a collaborare con la giustizia - ha detto il procuratore nazionale antifafia - allora si potrebbe rivedere anche la sua situazione detentiva e il suo 41 bis". "Ma non so se lo farà" ha concluso Roberti.