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Sentenza stoppa concorso, il Ministero la impugna

Il tribunale di Firenze ha sospeso il concorso per cancelliere bandito dal ministero della Giustizia perché non erano ammessi gli stranieri

E' finito davanti ai giudici il concorso per 800 posti da cancelliere bandito dal ministero della Giustizia: il tribunale di Firenze lo ha sospeso ordinando di ammettere alle prove i candidati comunitari e gli stranieri in regola che erano stati esclusi. Ma il ministero ha impugnato la sentenza e martedì 6 giugno ci sarà l'udienza.

Il concorso è iniziato l'8 maggio e le prove sono proseguite fino al 24, le domande presentate sono state 308.385. La platea dei partecipanti era composta per il 61 per cento da donne e il 39 per cento da uomini, per il 68 per cento da candidati del sud, il 21 per cento del centro e l'11 per cento del nord. Nessuno straniero, però, perché il bando prevedeva il possesso della cittadinanza italiana.

E' stata una signora albanese, Mehillaj Orkida, che si è opposta e l'associazione "L'altro diritto" ha prima presentato una diffida al ministero in cui si specificava che la richiesta della cittadinanza italiana costituisse una discriminazione vietata dalla normativa italiana e dai Trattati Ue. 

Risposte non ne sono arrivate ed è così partito il ricorso. Il 27 maggio, il tribunale di Firenze, con un'ordinanza firmata dal giudice Stefania Carlucci in cui si richiama giurisprudenza della Cassazione e della Corte di Giustizia Ue, ha sospeso il concorso ordinando di ammettere i candidati comunitari e quelli sprovvisti della cittadinanza italiana.