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La siccità taglia i raccolti di cereali toscani

A mietitura avviata i dati registrati dagli agricoltori sono sconfortanti, con crolli percentuali a doppia cifra per le colture cerealicole

Una resa per ettaro delle colture cerealicole stimata in Toscana con cali fra il 20 e il 30% e dati preoccupanti soprattutto per quanto riguarda la raccolta del grano: è il quadro sconfortante che arriva tramite gli agricoltori di Coldiretti dalle prime mietiture di orzo, avena, farro e grano.

Colpa della siccità, con precipitazioni quasi assenti nei mesi cruciali di Febbraio e Marzo e il caldo record di Maggio che hanno piegato, e talvolta anche dimezzato, le rese soprattutto in alcune aree della regione come il sud della Maremma e l’area costiera. 

Nel mondo cerealicolo la frustrazione è palpabile. Se l'impennata dei costi energetici e delle materie prime aveva messo a dura prova gli imprenditori con incrementi medi del 68%, il crollo della resa mette il carico da undici su una situazione già di sofferenza estrema.

Una simile condizione di fragilità dalla Toscana si riverbera a livello nazionale, perché se il frumento costituisce il 58% della produzione totale del comparto cerealicolo regionale, nelle terre toscane si produce il 3% del prodotto nazionale.

In Toscana nel 2021 si sono prodotti complessivamente 1,7 milioni di quintali di grano duro e 950 mila quintali circa di grano tenero. I principali granai regionali sono Pisa, Siena e Grosseto per quanto riguarda il frumento duro, Siena, Arezzo e Pisa che producono il 70% del totale regionale di frumento tenero. Ma la minor produzione è destinata a pesare sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129%.