Attualità

Contro la grande sete in Toscana 34 nuovi laghetti

Questo il piano dei progetti per altri invasi d'acqua presentato a Roma e pensato per contrastare la siccità in maniera strutturale

Il lago di Bilancino

Obiettivo: contrastare la siccità in maniera strutturale, agendo non solo sull'onda asciutta dell'emergenza idrica ma in modo strutturale oggi e per il futuro. Come? Creando 34 nuovi laghetti. Ebbene sì, contro la grande sete la Toscana ha un piano. E' il Piano laghetti, si chiama proprio così, presentato nei giorni scorsi a Roma.

Prevede la creazione di nuovi invasi dove poter accumulare l’acqua nelle stagioni piovose e utilizzarla poi nei periodi siccitosi. E la Toscana è pronta a partire, con i suoi progetti presentati nell'ambito dei 223 elaborati a livello nazionale approntati da Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) e Coldiretti.

Nello Stivale sono previsti 10.000 nuovi invasi medio piccoli entro il 2030. Per numero la Toscana è seconda con i suoi 34, preceduta solo dall'Emilia-Romagna con 40 laghetti da realizzare.

In Toscana attualmente gli invasi sono 15 con capacità di 6,3 milioni di metri cubi: gli altri 34, per lo più subito cantierabili, avrebbero capacità totale di 32,9 milioni di metri cubi per aumentare la superficie irrigabile di 21.940 ettari.

Il modello da seguire, ribadito a più riprese a livello istituzionale e confermato anche dall'assessore regionale all'agricoltura Stefania Saccardi, è quello delle dighe di Bilancino e di Montedoglio che attualmente consentono alla Toscana centrale di reggere l'urto dell'assenza di pioggia garantendo gli approvvigionamenti d'acqua.

"Firenze e una parte dell’Aretino respirano un po’ di più grazie alle dighe di Bilancino e di Montedoglio, due opere importantissime che oggi consentono di salvare un pezzo della nostra regione ma che hanno avuto una progettazione e una realizzazione travagliate. E questo è il paradigma di un Paese che su questi temi deve cambiare", ha affermato Saccardi. 

"L ‘obiettivo – commenta Marco Bottino, presidente di Anbi Toscana - non è solo togliere la sete ai cittadini toscani ma dare acqua a un’agricoltura di straordinario valore e consentirle di mettere a reddito le proprie colture".