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Stop ai gadget che inneggiano al fascismo

La mozione è stata votata a maggioranza in Consiglio. Voto favorevole di Pd e Sì-Toscana a sinistra, voto contrario di Lega e FdI. M5s non ha votato

Passa a maggioranza in Consiglio regionale una mozione per “contrastare la vendita e la diffusione di oggettistica raffigurante immagini, simboli o slogan rievocativi dell’ideologia fascista”. La mozione, presentata dai consiglieri del gruppo Pd, Nardini, Anselmi, Spinelli, Niccolai, Bugliani, Vadi e Scaramelli impegna la Giunta regionale ad attivarsi per fare in modo che “il reato di apologia del fascismo venga prontamente inserito all’interno del codice penale, consentendo l’effettiva repressione di reati legati alla riproduzione e alla diffusione di gesti, linguaggi e simboli del fascismo e del nazifascismo”; affinché “il reato di apologia del fascismo venga integrato con la fattispecie relativa alla vendita di oggetti riproducenti immagini e slogan riconducibili a tali regimi”; e adoperarsi per far sì che in Parlamento si arrivi con celerità all’approvazione della proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”. La mozione, ha spiegato Alessandra Nardini, “nasce da una mozione dell’Anpi di Pisa e di Livorno” e segue “una recente risoluzione dell’Emilia Romagna”, per introdurre “una nuova fattispecie di reato e perseguire alcune condotte non previste dalla normativa vigente”.

Hanno votato a favore i gruppi Pd e Sì-Toscana a sinistra, contrari Lega (con l’eccezione di Elisa Montemagni, che si è astenuta) e Fratelli d’Italia. Il gruppo del Movimento 5 stelle non ha partecipato al voto.