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Il Tar blocca la braccata, agricoltori in rivolta

Accolto il ricorso delle associazioni animaliste che chiedevano di sospendere la caccia al cinghiale. La Cia: "Danni incalcolabili alle coltivazioni"

E' di nuovo scontro sulla caccia agli ungulati e sui danni che gli animali arrecano alle coltivazioni, già messe a dura prova anche dal clima poco clemente e dalle intemperie. Stavolta ad alzare la voce è la Cia Toscana dopo l'accoglimento da parte del Tar del ricorso di alcune associazioni animaliste con il quale è stata sospesa la braccata al cinghiale in tutto il territorio regionale. 

Il presidente dell'associazione degli agricoltori Luca Brunelli ha espresso così la propria preoccupazione: "Sembra incredibile dover commentare una decisione del genere. Sono anni che l'emergenza ungulati è una piaga per l'agricoltura toscana, con vigneti e coltivazioni costantemente devastate; e invece di risolvere una volta per tutte, si blocca la pratica della braccata al cinghiale, prevista dalla legge obiettivo della Regione Toscana, almeno fino al prossimo 17 settembre quando ci sarà un pronunciamento definitivo. I danni saranno incalcolabili". 

Per Brunelli Servono strumenti efficaci per prevenire i danni all'agricoltura". Da qui la richiesta di modificare la "legge in materia, la 157 del 1992, e con essa l'ottenimento di una presenza equilibrata e gestita di ungulati e selvatici sui territori italiani e toscani. Inoltre bisogna capire quali siano i risultati della legge regionale obiettivo".